La battaglia per Roma

 

I fatti dell’8 settembre 1943 e la battaglia per Roma 

19 luglio – Gli aerei americani bombardano San Lorenzo, una tragedia per Roma che per la prima  volta viene sconvolta dalla guerra in casa e che nonostante le premesse di Eisenhower per un  bombardamento di precisione per una tragica fatalità viene colpito il quartiere di San Lorenzo, la sia Basilica e il cimitero del Verano. 

25 luglio – Nella notte tra il 24 ed il 25 il gran consiglio si riunisce nella sala del Pappagallo a  Palazzo Venezia, alla fine Mussolini viene estromesso con il famoso ordine Grandi. Il giorno dopo  Mussolini si presenta a Villa Ada-Savoia e dopo un breve colloquio con il Re viene arrestato.  Cade il fascismo e nasce il nuovo governo di Badoglio detto dei “quarantacinque giorni”, nel quale  nessuno dei gerarchi verrà chiamato, terminerà il suo corso l’armistizio dell’8 settembre. 

13 agosto – La linea governativa di Badoglio per paura di una feroce reazione nazista è quella di  rimanere al fianco della Germania in guerra, almeno in apparenza ma Hitler aveva intuito la cosa e  manderà numerose divisioni per occupare l’Italia. Gli alleati subito dopo la caduta del fascismo si  aspettavano anche che l’Italia si adoperasse per uscire dalla guerra, decidono per un secondo  bombardamento intimidatorio su Roma. 

3 settembre – Verso la fini di agosto si intensificano i contatti per le trattative armistiziali con gli  Alleati che si chiuderanno il 3 settembre con la firma per l’armistizio corto del generale Castellano  per l’Italia. Successivamente entrerà in vigore l’armistizio lungo. 

6-7 settembre – nella notte vengono a Roma il generale Maxwell e il generale Taylor per incontrare il generale Carboni per attuare l’operazione Giant 2 che consiste nel lancio di paracadutisti su  Roma. Ma le resistenze di Carboni e complice la data presunta per l’armistizio ritenuta il 12  settembre, non si riesce ad accordarsi anche con Badoglio convito da Carboni ad evitare  l’operazione. I due generali americani indignati per non aver trovato un accordo se ne vanno. 

8 settembre – Alle ore 18:30 ora italiana da radio Algeri Eisenhower stufo della tiritera italiana  proclama l’armistizio. Badoglio sarò costretto a fare altrettanto alle ore 19:42 dai microfoni  dell’EIAR di via Asiago. Il testo dell’armistizio però risulta poco chiaro mettendo in confusione  l’esercito, molti credono che sia arrivata la pace e dalle postazioni militari tornano a casa. In realtà le cose sono ben diverse, i tedeschi credendo che Roma sarebbe stata difesa a tutti i costi,  si accorgono che è possibile occupare e solo un’ora dopo dal proclama di Badoglio i paracadutisti  provenienti da Pratica di Mare sono nei pressi del ponte della Magliana, allora il primo passaggio  utile per chi veniva dalla costa a sud di Roma. 

9 settembre – All’alba un corteo di 60 automobili lascia Roma alla volta di Ortona dove con una  nave militare il Re seguito dalla gran parte dello Stato Maggiore dell’esercito arriverà a Brindisi  sotto il controllo alleato. E la cosiddetta fuga del Re. 

Intanto a Roma i tedeschi riescono a sfondare la difesa del ponte della Magliana e cominciano a  penetrare nella città passando per l’Eur (allora in costruzione), gli avanzamenti verranno rallentati  alla Montagnola e sulla Laurentina all’altezza dell’Incrocio con la futura via C. Colombo.  In questi scontri insieme ai soldati muoiono i primi civili. Nei Pressi della Basilica di San Paolo si  allestisce un ospedale da campo e a Porta San Paolo militari e civili organizzano delle barricate  sapendo che i tedeschi stavano risalendo la Via Ostiense. 

Nel pomeriggio del 9 i partiti formatisi dopo la caduta del fascismo organizzano il primo fronte  resistenziale italiano il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) 

10 settembre – Iniziano gli scontri ma è chiaro che la resistenza romana non può sostenere troppo a lungo i combattimenti. Nel pomeriggio avviene la resa, Roma è in mano tedesca anche se di fatto in  altre parti della città continueranno ancora combattimenti. 

La battaglia di Porta San Paolo rimane il simbolo di una cittadinanza che comunque disse no  all’invasore, da questo momento nasce anche una resistenza silenziosa dei romani fatta di  collaborazione, nascondigli, silenzi che durerà per tutta l’occupazione e che farà definire ai tedeschi Roma come una città ostile. 

11 settembre – Il Feldmaresciallo Kesselring proclama in dieci punti le regole per la popolazione  Roma, nonostante le promesse dei tedeschi la città non sarà mai aperta ma subirà una pesante  occupazione. 

12 settembre – Con il supporto di Kappler si viene a sapere che Mussolini era imprigionato a  Campo Imperatore, Hitler lo fa liberare da un gruppo di paracadutisti e lo fa portare in Germania. 

19 settembre – L’ufficio per la promozione della cultura germanica in via Tasso diviene sede del  famigerato carcere che prenderà convenzionalmente il nome della strada. 

23 settembre – Con Mussolini libero i fascisti più convinti si riorganizzano, nasce la Repubblica  Sociale Italiana (RSI) detta anche di Salò con territorio fino a oltre Cassino, il resto era il Regno del  Sud con capitale Brindisi. Benché l’RSI non verrà ufficialmente riconosciuta, l’Italia è letteralmente spaccata in due e oltre che essere teatro della seconda guerra mondiale è anche teatro della guerra  civile. 

24 settembre – Kappler riceve l’ordine da Himmler di catturare gli ebrei romani per poi trasportarli  in Germania dove dovranno essere liquidati. 

Il generale Umberto Presti diviene il capo del servizio di polizia e dell’ordine cittadino, ai suo  comandi la Guardia di Finanza e la PAI (Polizia Africa Italiana). 

Roma si prepara ad una nuova serie di tragici eventi. 

A cura di Massimiliano Mirri e Nando Battiati  

e con la partecipazione di Sergio Casella

 

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