San Lorenzo

 

Operazione Crossopoint 

Il bombardamento di Roma del 19 luglio ’43 

Breve storia del quartiere San Lorenzo 

Nel 1871 Roma diviene capitale d’Italia che negli anni successivi ha la necessità di svilupparsi dal punto di vista urbanistico, in questo contesto nel 1884 viene posata la prima pietra del quartiere di San Lorenzo prendendo il nome dell’antica basilica paleocristiana. I palazzi del quartiere erano stati costruiti per ospitare i ferrovieri e gli operai per questo fin dal primo giorno la sua identità è sempre stata di matrice popolare. 

Quando avvenne la marcia su Roma il 28 ottobre del 1922 saranno gli Arditi del Popolo di San Lorenzo che si opposero al passaggio del corteo nel quartiere accendendo anche furiosi combattimenti, tanto che San Lorenzo venne definito il “Quartiere Rosso”. 

Paradossalmente con il bombardamento aereo del 19 luglio del ’43 proprio i sanlorenzini invisi al regime saranno le principali vittime di coloro che erano i loro liberatori. 

Roma, la città intoccabile 

E’ nel 1942 che la guerra si fa più intensa in tutta Europa ai bombardamenti aerei inglesi notturni si aggiungono quelli diurni degli alleati statunitensi, molte città italiane vengono pesantemente bombardate e anche a Roma le sirene antiaereo suonano sempre più frequentemente. Convinzione dei romani è che la presenza del papa generasse idealmente una cupola protettrice dalle bombe, non è un caso che la città anziché svuotarsi si riempi di sfollati provenienti dai Castelli e dal sud. 

Dati del bombardamento 

Aerei decollati: 746 (556 bombardieri + 190 caccia di scorta) Aerei Operativi: 690 (523 bombardieri + 167 caccia di scorta) 

Quantità di bombe: sono state sganciate 9.125 bombe per 930 tonnellate di esplosivo Vittime: tra i 1600 e i 1800 morti 

Feriti: circa 4.000 

Aree colpite: Quartiere Tiburtina, Quartiere Esquilino, Quartiere Montesacro, Quartiere Salario, Quartiere S. Ippolito, Ferrovia Termini, Aeroporto di Ciampino 

Date notevoli successive al 19 luglio 1943 

24 luglio – Il bombardamento di San Lorenzo contribuisce al tracollo definitivo di Mussolini e del regime fascista, infatti dopo neanche una settimana nella calda notte tra il 24 ed il 25 luglio nella sala del Pappagallo a Palazzo Venezia si consuma l’ultimo atto della dittatura conosciuto anche come “Ordine Grandi” derivato dal cognome del gerarca filobritannico Dino Grandi. 

25 luglio – Mussolini si reca alla residenza romana del Re Vittorio Emanuele III, la a villa Ada Savoia dopo un breve colloquio dove l’oramai ex capo del governo rassegna le dimissioni, all’uscita Mussolini viene avvicinato dai carabinieri reali che con la scusa di proteggerlo e portarlo via in incognito lo caricano su di un’ambulanza ma in sostanza si tratta di un arresto. 

Al posto di Mussolini il re nomina capo del governo il maresciallo Pietro Badoglio con i suoi noti 45 giorni di governo dove sostanzialmente le posizioni politiche rimangono invariate e con delusione degli italiani la guerra va avanti a fianco della Germania nazista. Ma dietro la facciata di questa scelta scricchiolante della quale anche gli stessi tedeschi si accorgono che questo è un segreto di Pulcinella, il governo intensifica i contatti con gli alleati per una pace separata. Sostanzialmente la tattica del re e di Badoglio è quella di tenere i piedi in due staffe ritardando ed assecondando ogni scelta sia dei tedeschi che degli alleati ed accodarsi al carro del vincitore quale sia trai due contendenti. Come sappiamo la tattica attendista e la paura per la vendetta tedesca saranno deleterie per la nostra nazione che diverrà terreno di battaglia. 

13 agosto – E’ il secondo grande bombardamento che come il primo aveva anche un disegno intimidatorio per far uscire l’Italia dalla guerra. Il numero degli aerei è dimezzato così come il carico di bombe che è pari a 460 tonnellate ma lo stesso come prima la città trema dalle 11:00 fino alle 12:33 quando suona il cessato allarme. Questa volta gli obiettivi sono ancora lo scalo di San Lorenzo e lo scalo del Littorio. Non mancheranno distruzioni nella città, i quartieri Tuscolano e Casilino vengono colpiti duramente e le vittime saranno circa 500.  

Da quel giorno Roma sarà bombardata dagli Alleati altre 51 con raid meno intensivi ma sempre efficaci. 

14 agosto – Il morale degli italiani già impressionato dal primo bombardamento è a terra, il governo Badoglio dichiarerà Roma “città aperta”. E’ il Ministro degli Esteri Raffaele Guaraglia a comunicarlo attraverso la Santa Sede e il canale diplomatico dei paesi neutrali Svizzera e Portogallo, ai governi inglese e statunitense e che recita: 

“Il governo italiano aveva notificato sin dal 31 luglio, per il tramite della Santa Sede, la decisione presa di dichiarare Roma città aperta, ed era in attesa di conoscere le circostanze nelle quali questa dichiarazione poteva essere accettata. Dato il succedersi delle offese aeree su Roma, centro della cattolicità, il Governo italiano è venuto nella determinazione di procedere. senza attendere oltre, alla formale e pubblica dichiarazione di Roma città aperta, e sta prendendo le necessarie misure a norma del diritto internazionale”. 

A seguito di questa decisione, alle batterie antiaeree di Roma fu ordinato dal Comando supremo di non reagire più nei confronti degli aerei alleati che volavano sulla città ma è una richiesta che non ostante le insistenze rimase inevasa fino a quando l’8 settembre con l’armistizio ed il capovolgimento di fronte italiano i tedeschi se ne infischiano della città aperta ed occupandola ne inficiano definitivamente la possibilità. 

3 settembre – Alle ore 17:15 a Cassibile in provincia di Siracusa il generale Giuseppe Castellano firma l’armistizio corto che precede quello lungo. E’ fatta grazie al paziente (è proprio il caso di dirlo) del generale Castellano che per quasi tutto agosto dovette fare la spola tra Roma e la Sicilia senza credenziali, sulla base delle astruse richieste del re e di Badoglio che non volevano perdere il loro potere e che la loro stessa posizione rendeva intrattabili.  

L’unica proposta che piacque era quella di un affiancamento delle truppe italiane a quelle alleate. Dopo la guerra il generale Eisenhower che aveva conosciuto Castellano durante le trattative mantenne sempre con lui rapporti cordiali anche dopo che divenne Presidente degli Stati Uniti. 

8 settembre – E’ conosciuto come il giorno fatidico dell’armistizio ma nella mattinata i bombardieri americani rasero al suolo per l’80% la città di Frascati dove aveva sede il comando tedesco.  Il generale Eisenhower stanco dei continui rimandi di Badoglio alle ore 17:30 (18:30 ora italiana) annuncia l’armistizio dai microfoni di Radio Algeri. Badoglio messo alle strette deve annunciarlo anche lui, La sua voce viene incisa un disco e trasmesso alle 19:45 e poi a ripetizione dall’EIAR, Pochi giorni e Roma verrà occupata per 9 mesi. 

Il murales di San Lorenzo contro la guerra 

In via degli Equi all’altezza del civico n° 53 troviamo sulla facciata cieca di uno degli edifici colpiti dal bombardamento un enorme murales realizzato nel 2018 dal gruppo fiorentino Guerrilla Spam su progetto curato da Nufactory. 

La tematica del murales vuole ricordare le vittime del bombardamento ma anche ricordarci tutte le vittime delle guerre attuali dall’Africa al Medio Oriente, un manifesto contro la guerra. La quinta sinistra fa riferimento alle vittime del quartiere mentre quella destra alle vittime del contemporaneo. 

Il grande murale centrale raffigura una sorta di Dea Madre che accoglie sulla sua tunica tutte le popolazioni raffigurate con teste, ognuna con precise caratteristiche.  

A coronamento il nodo di Salomone come simbolo di unione tra i popoli. 

I bombardieri che colpirono San Lorenzo 

B-17 Flying Fortress – bombardiere pesante. Gli squadroni che colpirono San Lorenzo avevano questo  aereo. Ancora oggi alcuni esemplari fanno voli dimostrativi. 

Interno del muso di un B-17 dove si vede la seggiola del puntatore e il sistema di puntamento Norden

Coprifuoco 2 a cura di Massimiliano Mirri, Nando Battiati e Sergio Casella – 2020

 

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