uscita – 9 novembre 2019
1) LA RESISTENZA DEL VATICANO
2) LE FORME E L’ORGANIZZAZIONE DELLA RESISTENZA ROMANA 3) L’AMBASCIATA GERMANICA DI VILLA WOLKONSKY
4) KAPPLER E l’AUSSENKOMMANDO DI VIA TASSO N° 145/155
In questo percorso vedremo luoghi noti ed altri divenuti famigerati che hanno svolto ruoli di rilievo durante il periodo dell’occupazione nazista a cominciare dall’importanza nel contesto resistenziale assunta dal Palazzo del Laterano che insieme alla cattedrale di San Giovanni ed altri edifici adiacenti del complesso godevano come oggi del diritto di extraterritorialità.
Nelle vicinanze del Laterano celata da palazzine nell’intorno troviamo Villa Wolkonsky che dopo diversi passaggi ereditari nel 1922 diviene l’ambasciata germanica, a tutt’oggi è divenuta la residenza dell’ambasciatore britannico. Troveremo poi sul nostro percorso una palazzina tristemente nota perché divenne il carcere di via Tasso. Dopo la guerra è stato trasformato nel Museo della Liberazione che visiteremo a conclusione della nostra uscita.
Nel museo troveremo le celle di detenzione allo stato originale (fate caso alle pareti), mentre altre stanze sono dedicate all’esposizione di documenti e reperti. Presente anche un busto alla memoria del colonnello Giuseppe Montezemolo che in questo carcere prima di essere trucidato alle cave ardeatine resistette ai barbari interrogatori dei suoi aguzzini.
Un’osservazione: pensando alla vicinanza di questi luoghi così diversi nei loro scopi i fatti accaduti prendono un tono che ha del paradossale, ma la Roma occupata sviluppa naturalmente questi controsensi per un semplice fatto: la sopravvivenza.
Non deve quindi sorprendere la vicinanza di situazioni tra loro stridenti anche se questo è un caso particolare di suo, la complessa situazione si può riassumere con la nota frase: “una metà di Roma nasconde l’altra metà” immediatamente ci fa capire qual era lo stato dei fatti dove in particolar per la popolazione il rischio di essere scoperti era all’ordine del giorno.
CRONOLOGIA ESSENZIALE | |
SETTEMBRE | |
16 | L’edificio in via Tasso costruito negli anni ‘30, è dapprima la sede diplomatica e poi centro di cultura germanica nel 1939. Il 16 settembre del ‘43 diviene sede della Gestapo e delle SS al comando del colonnello Kappler.
Gli ufficiali tedeschi risiedono nel vicino villino Giustiniani. |
19 | E’ proibito transitare nella zona compresa tra le vie Manzoni, Carlo Felice, Santa Croce in Gerusalemme. |
20 | Pilo Albertelli e Giovanni Ricci, delle squadre partigiane del Partito d’Azione, fanno esplodere un ordigno nella caserma della ricostituita milizia fascista, in via Eleonora Duse, ai Parioli, provocando numerosi morti e feriti (ma il cui numero viene taciuto dal comando tedesco). Questo è il primo atto di guerriglia in città. |
Pilo Albertelli verrà poi arrestato dalla banda Koch il 1 marzo del ‘44, anche lui torturato e poi ucciso alle cave ardeatine. | |
OTTOBRE | |
I giorni successivo al rastrellamento degli ebrei romani | |
16-18 | Gli ebrei rastrellati il 16 ottobre vengono convogliati al Collegio Militare in via della Lungara (palazzo Salviati) per una prima identificazione che porterà alla liberazione di 235 persone su 1259. I restanti partiranno dalla stazione di Roma tiburtina (dove oggi al binario 1 vi è una targa a ricordo) il 18 successivo per il campo di Auschwitz. |
25-26 | Messaggio di Pio XII
Sul giornale vaticano l’Osservatore Romano del 25-26 ottobre 1943, appare una nota nella quale si legge esplicitamente che: «con l’accrescersi di tanti mali è divenuta, si direbbe, quasi più operosa la carità universalmente paterna del Sommo Pontefice, la quale non si arresta davanti ad alcun confine né di nazionalità, né di religione, né di stirpe. Questa multiforme ed incessante azione di Pio XII in questi ultimi tempi si è anche maggiormente intensificata per le aumentate sofferenze di tanti infelici». Questa nota che appare come un messaggio generico soprattutto verso i tedeschi e così voleva essere ma in realtà era un messaggio “cifrato” se si può usare questo termine, rivolto direttamente a sacerdoti, suore, conventi, monasteri ed altre entità ecclesiali per aprire le porte a chiunque avesse bisogno di protezione dalla furiosa caccia tedesca. Inizia la resistenza del Vaticano. |
28 | Per l’anniversario della marca su Roma i GAP mettono a segno una serie di azioni che vanno dalle scritte sui muri, lancio di bombe in alcune caserme dei repubblichini e l’attacco di un corteo fascista uscito da Palazzo Braschi. Non è inusuale da parte loro utilizzare le date celebrative del fascismo, così gli attacchi compiuti si ricoprono anche di un valore simbolico. |
30 | Il generale Rainer Stahel viene rimosso dal suo incarico di comandante della città, il suo posto viene preso dal generale Kurt Mälzer.
Stahel aveva stabilito che alle truppe del fronte era vietato l‘ingresso in città, e questo in un certo qual modo si avvicinava allo status di città aperta. Mälzer a differenza del suo predecessore stabilì invece che i soldati del fronte potessero entrare in città. Cìò fece anche emergere una serie di disagi con la popolazione. |
NOVEMBRE | |
5 | Ivanoe Bonomi capo del CLN viene nuovamente e caldamente invitato a trovare protezione presso il Palazzo del Laterano. |
6/7 | Manifestazione gappista per l’anniversario della rivoluzione d’Ottobre che coinvolge centinaia di militanti comunisti, il 7 nella mattinata nella città si svolgono tre comizi volanti. |
18 | Al teatro Adriano dove si stava tenendo un’adunata di ufficiali dell’esercito di Salò, i gappisti Fabrizio Onofri, Danilo Nicli, Rosario Bentivegna e Mario Fiorentini, collocano un ordigno che però non esploderà. |
21 | Rosario Bentivegna, Franco DI Lernia, Lucia Ottobrini e Mario Fiorentini attaccano dei fascisti fuori Palazzo Braschi, muore un fascista e un altro rimane ferito. |
LA RESISTENZA ROMANA
A Roma il 9 settembre 1943 alle ore 14:30 nasce il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale), approvato con la seguente mozione:
«Nel momento in cui il nazismo tenta restaurare in Roma e in Italia il suo alleato fascista, i partiti antifascisti si costituiscono in Comitato di liberazione nazionale, per chiamare gli italiani alla lotta e alla resistenza per riconquistare all’Italia il posto che le compete nel consesso delle libere nazioni».
La resistenza nasce a Roma dopo l’armistizio dell’8 settembre ‘43, proprio il giorno successivo nasce il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale), composto dai partiti politici che si erano ricostituiti dopo la caduta del fascismo avvenuta il 25 luglio precedente.
A seguire in tutta l’Italia del centro-nord si costituiranno altri nuclei resistenziali come il CLNAI ( Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia), ma oltre a questi comitati ufficiali si formeranno altri nuclei più o meno indipendenti e/o collaborativi. In questo Roma non fa eccezione, la resistenza nella città sviluppa diverse ramificazioni e che talvolta si intrecciano trasversalmente tra loro complicandone la lettura. Comunque possiamo schematizzarle in quattro correnti principali qui sotto elencate:
- Resistenza politica – E’ quella che comprende il CLN ed altre formazioni extraparlamentari come Bandiera Rossa, questa corrente è quella più conosciuta perché molte delle azioni note sono opera di gruppi appartenenti ad essa.
- Resistenza militare – Il FMC (Fronte Militare Clandestino) racchiude i militari alla macchia e allo sbando che sotto il comando del colonnello Montezemolo contribuirono ad azioni e sabotaggi fuori Roma, ad operazioni di intelligence e fornitura di armamenti. Possiamo includere in questa corrente anche il FCRC (Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri).
- Resistenza civile della popolazione – I romani erano ostili ai tedeschi e lo dimostrarono si dal primo giorno di combattimento, a loro non interessava contribuire alla resistenza del CLN e degli altri gruppi, il loro desiderio prioritario era quello di uscire dalla guerra il prima possibile, tennero una resistenza che era una resilienza alimentati dalla speranza che gli alleati arrivassero quanto prima.
Comunque molti romani a loro rischio e pericolo non esitarono un momento a nascondere ebrei, militari e persone scomode dalla caccia dei nazisti.
- Resistenza del Vaticano – E la razzia del quartiere ebraico il momento di svolta del Vaticano che sfruttando i numerosi edifici che godono della extraterritorialità per nascondere tanti ebrei e tante altre persone.
Stratigrafia politica del CLN
Il CLN era una formazione interpartitica formata dai partiti e movimenti di diversa estrazione culturale e ideologica che soppressi con il regime fascista, sotto il governo badogliano tornano in attività. L’organizzazione operò come organismo clandestino durante la Resistenza ed ebbe per delega poteri di governo nei giorni di insurrezione nazionale. Prima delle elezioni del 1946 il CLN venne spogliato di ogni funzione e quindi sciolti nel 1947.
Nella tabella i partiti che compongono il CLN:
CLN | |||||
PCI
Partito Comunista Italiano |
PSIUP
Partito Socialista |
PdA
Partito d’Azione |
PDL
Popolo della Libertà |
DC
Democrazia Cristiana |
PLI
Partito Liberale Italiano |
Patto di unità e d’azione | |||||
Giunta tripartita | |||||
GAP
Comunisti Squadre d’Azione Cittadina |
Brigate
Matteotti GAP Socialisti |
Brigate
Giustizia e Libertà |
Brigate del
Popolo |
Inizialmente, la frattura tra destra e sinistra si manifestò in merito alla linea politica da tenere nei confronti della monarchia e del governo Badoglio:
«L’alleanza dei sei partiti, intima e cordiale quando si poneva il problema della liberazione del territorio nazionale e della lotta al fascismo e al nazismo, diventava difficile da mantenere quando si doveva definire con precisione i modi e le forme del suo avvento al potere. Il punto di attrito rimaneva sempre il problema istituzionale. Non che i sei partiti si dividessero sulla preferenza da dare alla Repubblica o alla Monarchia, giacché questa scelta si era convenuto di lasciarla al Paese che, dopo la liberazione del territorio nazionale, doveva essere liberamente consultato. Ma il contrasto sorgeva quando, pur accantonata la questione della scelta, si doveva definire l’atteggiamento del Comitato di fronte alla Monarchia messa sub judice ma sempre viva ed operante.
Qui il comitato si spartiva in due campi: l’uno disposto a stabilire un modus vivendi con la Monarchia per tutto il tempo necessario a raggiungere la fine della guerra e quindi la consultazione popolare; l’altro fermamente deciso a relegare subito la Monarchia ai margini dello Stato, il quale avrebbe dovuto essere retto (fino alla proclamazione della Repubblica) da un Governo straordinario, con tutti i poteri costituzionali, e interamente simile a quei governi provvisori che si instaurano nei periodi rivoluzionari quando un regime è già caduto e non è ancora creato il regime successorio. Nel primo campo gravitavano il Partito Liberale, il Partito Democratico Cristiano e la Democrazia del Lavoro; nel secondo si schieravano, in prima linea gli azionisti e i socialisti, in seconda linea (con minore accentuazione intransigente) i comunisti.»
Le formazioni politiche resistenziali esterne al CLN
Vi erano comunque delle formazioni che vivevano in autonomia dal CLN, tra queste in particolare si evidenzia il MCd’I (Movimento Comunista d’Italia), meglio conosciuto come Bandiera Rossa era il gruppo più numeroso di combattenti con circa 3000 elementi e si dissociava dal PCI perché allineato con il governo del CLN nella politica di unità nazionale, ricercando sempre una propria autonomia e una linea politica che dalla liberazione nazifascista portasse alla rivoluzione comunista.
Autonomi
Formazioni resistenziali indipendenti dal CLN |
|||||
PCI | PRI | Badogliani | |||
Bandiera
Rossa Roma |
Brigate di
Assalto Garibaldi nord |
Brigate
Mazzini Roma |
FMC
Roma |