Fosse Ardeatine: la parola alle vittime

Siamo uomini di fede ebraica, quasi tutti italiani, ma ci sono anche ucraini, tedeschi , polacchi.

Ci hanno condotti qui, a giacere in eterno, vicino alle Catacombe dei primi martiri Cristiani, vittime della stessa delirante mania di potere. Colpevoli soltanto di essere noi stessi e non altri.

Siamo in buona compagnia in queste umide cave, dimora estrema di uomini giusti. Il nostro spirito gira il mondo per visitare i tanti, troppi luoghi, come questo.

Siamo Militari; Ufficiali e soldati di tutte le Forze Armate. Fedeli al giuramento al Re e all’Italia; abbiamo combattuto in clandestinità l’invasore tedesco e il traditore fascista, per restituire dignità e libertà alla Patria oppressa. Transitiamo per queste Cave per unirci ai nostri commilitoni caduti ovunque per testimoniare che non siamo un popolo di servi senza onore.

Siamo impiegati, insegnanti, professionisti, operai, padri, sposi, figli, fratelli, professionisti colti e gente semplice. Siamo i civili: cosa di cui andiamo fieri. Civili, non barbari; Civili, non schiavi; Civili, non bestie.

Abbiamo costruito, amato, sostenuto, criticato e combattuto per questa nostra povera Italia. Abbiamo idee diverse, diverse fedi, diverse ideologie ma ci accomuna un sogno e una speranza: che i nostri figli non subiscano il dolore che ci hanno inflitto i portatori di odio e la nostra Italia sia luce in un mondo oscuro. Conservammo la nostra fede fino all’ ultimo e quando riconoscemmo Don Pietro, condotto a condividere il nostro martirio, gli urlammo: “Padre, benediteci!”

Sciolse i legacci e ci assolse. Grazie a lui siamo nella pace eterna

Ma mai avremmo creduto di condividere il martirio con un uomo che fu sostenitore fin dalla prima ora del Fascismo, squadrista, collaboratore nel Governo, membro del loro partito. Dal Governo Mussolini alle Fosse Ardeatine. Eppure è qui con noi dopo aver fatto il suo dovere combattendo l’invasore e i suoi servitori, riscattando una vita intera in un solo estremo attimo.

Il nostro viaggio ha per meta il futuro di un paese che tanto amammo e che ameremo per sempre.

Se la nostra morte ha svegliato anche soltanto una coscienza, non siamo morti invano.

Non vi dimentichiamo, non dimenticatici!

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