Pasquetta di fuoco

Diario della XIV armata tedesca

Il comandante tedesco di Roma.

Nel pomeriggio sono stati uccisi da banditi, all’interno della zona cittadina e precisamente in via Tuscolana, tre soldati tedeschi.

Archivio Militare di Friburgo.

Il 10 aprile del 1944 è il Lunedì dell’Angelo e anche in guerra chi può cerca un momento di sollevo con la classica scampagnata. Allora bastava poco per arrivare in periferia e fermarsi a mangiare in qualche rustica trattoria.

Giuseppe Albano è un giovane calabrese dagli occhi vispi, è emigrato a Roma con tutta la famiglia e vive al Quarticciolo, una delle dodici borgate ufficiali nata nel 1940.

Giuseppe Albano detto il Gobbo

Nella borgata la povertà dilaga e mangiare molti vivono di espedienti che spesso affondano nell’illegalità. Giuseppe è tra i più attivi nel recuperare alimenti e quant’altro per se e per tutti, benché giovanissimo è già in grado di guidare una banda. Giuseppe ha una riconoscibile malformazione sulla schiena per la quale gli viene dato il soprannome di “Gobbo” e con questo appellativo verrà chiamata la banda. Il Gobbo si lega anche alla resistenza romana dove compiva atti di sabotaggio verso i tedeschi e assaltava i forni per ridistribuire la farina.

Sulla via Tuscolana a metà strada tra Porta Furba e Cinecittà c’era in località A Cecafumo l’osteria “La Campestre” meglio conosciuta come “da Gigetto” dove si era radunata un po’ di gente per la festa, molti erano fagottari, si portavano il cibo da casa e all’osteria ordinavano sono vino.

Quel giorno c’era pure Giuseppe Albano con alcuni suoi amici del Quadraro, Franco Basilotta e Giovanni Ricci che come tutti gli altri erano venuti a festeggiare, nella sala affollata vi erano anche tre soldati tedeschi seduti ad un tavolo.

Vi sono diverse versioni sul fatto mai del tutto comprovate, ma in tempi più recenti sono stati ritrovati dei documenti con le testimonianze dirette di Albano e i suoi amici.

I tre complottano verso i tedeschi, decidono per l’azione ma qualcosa va storto, si sentono degli spari e la gente che era a pranzo scappa a gambe levate fuori dall’osteria. Nei fatti Albano e i suoi amici avevano l’intento di disarmare i tre tedeschi che si erano fatti guardinghi all’avvicinarsi di Basilotta e Ricci mentre il Gobbo faceva da palo. I soldati stavano per mettere mano alle armi quando vengono freddati dai due malviventi che furono più lesti.

Scagionando definitivamente anche il Gobbo sul sospetto di aver sparato anche lui ed aver ucciso i tre tedeschi.

I tedeschi che già stavano approntando dei rastrellamenti in grande stile per catturare gli uomini da mandare ai campi di lavoro, dopo la vicenda di Cecafumo, accelerano il passo e una settimana dopo scatta al Quadraro l’Operazione Balena con cui vengono deportate 947 persone di cui ricordiamo uno dei pochi che ritornarono a Roma, Sisto Quaranta scomparso il 5 ottobre 2017.

La vita del Gobbo sarà assai breve, il 16 gennaio 1945 muore ucciso.
Per arrivare all’epilogo della sua vita facciamo un salto indietro, dopo la liberazione di Roma a Giuseppe Albano ed altri malviventi viene chiesto di cercare ex-fascisti e collaborazionisti dei tedeschi, le cose funzionano ma il Gobbo e i suoi commettono anche molti furti. La polizia decide allora di fare una grande retata al Quarticciolo dove il Gobbo viene arrestato. Riesce a fuggire e nell’androne di un palazzo in via Fornovo 12 viene ucciso un colpo di rivoltella.

Se è stato accertato che il Gobbo a Cecafumo non ha sparato un colpo, su chi lo abbia ucciso invece il mistero rimane ancora fitto, vi sono però tre ipotesi che tentano di dare una spiegazione.
Potrebbero essere stati i Carabinieri nell’inseguimento, oppure potrebbe essere stata una ex-spia che lavorava per i tedeschi. Infine regolamento di conti tra frange della resistenza contrarie alla monarchia.

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